Parco d’Abruzzo. Sul Tratturo, dalla Val Fondillo a Opi

L’orso, il lupo e il camoscio sono gli animali-simbolo del Parco. Tutelati, protetti, perfino coccolati. Non stupisce che il desiderio di avvistarli liberi nella natura spinga frotte di turisti sui sentieri impervi dei monti Marsicani. Tuttavia l’ultimo grande sentiero segnato dal Parco nazionale d’Abruzzo è dedicato a sorpresa all’animale anti-eroe per eccellenza, la pecora, timida, mitissima, addirittura imbelle. Il “tratturo” che i pastori abruzzesi percorrevano con le loro greggi due volte l’anno scendendo in autunno dai monti di Pescasseroli ai pascoli invernali della Daunia meridionale e risalendo in primavera, è stato oggi recuperato, segnato e reso praticabile agli escursionisti in cerca di nuove suggestioni.

La Valle del Sangro, il monte Amaro e la val Fondillo visti da Opi

Del Tratturo Regio Pescasseroli-Candela proponiamo qui un breve assaggio, un itinerario nascosto tra le pieghe dei colli che costeggiano il Sangro, che collega però due luoghi tra i più noti del Parco: la val Fondillo e le Pagliare di Opi.

Il Centro Foresta della Val Fondillo

Il punto di partenza è il parcheggio della Val Fondillo, all’altezza del km 51 della statale Marsicana, tra Opi e Villetta Barrea. Alla confluenza del torrente Fondillo nel fiume Sangro si è sviluppata una piacevole area di sosta e d’incontro, con punto informativo, ristoro, area giochi e picnic, centro di educazione ambientale, foresteria e cappellina. I vecchi capannoni dell’ex segheria sono stati trasformati in un museo dedicato alla foresta e al lavoro dell’uomo.

La segnaletica del Tratturo

Si lascia a sinistra la sterrata per la Val Fondillo e il Monte Amaro di Opi e s’imbocca sulla destra un largo sentiero in leggera salita, segnato TR (Tratturo Regio). Superate alcune baracche il sentiero tratturale si restringe ma rimane sempre ben individuato dai frequenti segnavia bianco-rossi e dalle protezioni sui lati offerte da muretti di sassi, alternati a fitti cespugli e a filari di alberi.

Il percorso del tratturo è delimitato da muretti di pietra, cespugli e alberi

Entrati nel bosco, si è presto a un bivio: si lascia a sinistra il tratturello della Valle Fredda (sentiero F 4) e si procede a saliscendi fino a raggiungere una radura e un cocuzzolo eroso. Da qui si apre la vista sull’inconfondibile profilo di Opi, scolpito sulla cresta di un colle. Un ulteriore tratto nel bosco porta sul bordo del Colle Mandrile. Lo sguardo si abbassa ora sulla valle del Sangro e spazia sulla corona dei monti di Pescasseroli. Il tratturo scende ripidamente, tra due muretti di sassi, alla base del colle di Opi, in direzione dell’incrocio tra la statale di fondovalle e la strada per Forca d’Acero.

La fonte Visco

Si tocca la Fonte Visco e si raggiunge in breve la località “Madonnina”, sul fianco di una casa cantoniera rossa che un tempo era una cappella sul tratturo. Nei pressi è stato allestito il pannello informativo 7 del Tratturo. Il cippo con la scritta RT, iniziali di Regio Tratturo, è stato ricollocato all’ingresso del ristorante “La Madonnina”. Sul piazzale è il lungo fontanile ad arco, utilizzato un tempo per l’abbeverata delle greggi di passaggio.

Il cippo del Regio Tratturo alla Madonnina di Opi

L’escursione può fermarsi qui. Si può comunque prolungare la passeggiata raggiungendo le vicine Pagliare, allineamenti di stalle e pagliai oggi in parziale abbandono e insediamento rurale molto interessante.

Il fontanile per l’abbeverata delle gregge al bivio di Opi

Si può anche salire a visitare Opi, “uno dei borghi più belli d’Italia”. Nella parte alta del paese è il centro di visita del Parco con il Museo del Camoscio. Dal Belvedere ci si affaccia sullo spettacolare panorama dei principali monti del Parco. Se non si dispone di una seconda auto, si possono utilizzare i bus del servizio pubblico regionale (tuabruzzo.it). Altrimenti si torna a piedi in Val Fondillo sul sentiero percorso all’andata. Emozionante è l’arrivo alla segheria, sullo sfondo delle pareti rocciose del monte Marsicano e in vista dello slanciato e boscoso monte Amaro di Opi.

Il Museo del Camoscio a Opi

Il percorso, lungo 2,6 km, si sviluppa in gran parte all’ombra di un bosco di faggi. Il percorso è quindi fresco e fattibile anche nel cuore dell’estate. Il dislivello è modesto, limitato ai 160 metri necessari per raggiungere la quota 1230 di Colle Mandrile dalla quota 1070 della ex segheria. Il solo tratto un po’ ripido è la discesa alla Madonnina di Opi. I tempi di percorrenza sono di 2 ore tra andata e ritorno, ridotti a 1 ora se di dispone di una doppia auto. A questi vanno aggiunti i tempi per le visite.

La zona dell’escursione nella Carta dei Sentieri del Parco

(Percorso controllato il 30 giugno 2019)

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