Venosa. Le masserie rupestri di Sanzanello

Il villaggio abbandonato di Sanzanello ci appare al km 4 della ex strada statale 168 di Venosa. Una deviazione su strada sterrata ci conduce alla chiesetta con il suo svettante campanile a punta che è ancora un richiamo simbolico per gli abitanti delle masserie sparse nei dintorni. Pochi metri più avanti (km 4,200) una nuova deviazione percorre il fondo dell’incisione naturale del terreno che diventa presto una gola sinuosa, fiancheggiata da masserie, impianti rupestri, allevamenti e stalle. Sul fronte opposto del piccolo canyon si stendono i vigneti dell’azienda vitivinicola Sanzanello che produce il famoso Aglianico del Vulture, cui si accede con la deviazione al km 5,200.

Il sito rupestre di Sanzanello

L’isolamento e l’abbandono non ingannino. Il luogo ha una lunga storia. Di qui passava l’Appia antica, nel tratto diretto a Venosa. Il terreno ha restituito i resti di ville di epoca romana: tegole, coppi, mattoni di colonna, mattoni di suspensurae, tessere musive, lacerti di pavimento in cocciopesto, tratti di muro realizzato in pietre, ciottoli e frammenti laterizi uniti da malta friabile. Sulle reliquie romane si è sviluppato in età medievale un villaggio rurale che è sopravvissuto ai secoli e si è arricchito di fattorie, formando così una delle locazioni del sistema territoriale organizzato della transumanza.

Una stalla del villaggio

La Locazione di Sanzanello entra per decisione papale, insieme all’Abbazia della Trinità di Venosa, nel patrimonio (Baliaggio) dell’Ordine militare dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme. Con la soppressione e gli espropri di Napoleone la locazione è trasferita al Demanio.

Stalle rupestri nella parete della gola

Le pareti della gola di Sanzanello sono traforate da grotte e ricoveri rupestri utilizzati per la conservazione dei vini o più spesso come stalle e porcilaie. Questi ipogei sono collegati alle masserie dei dintorni e ai ben visibili allevamenti di bovini, ovini e suini attivi nella zona. L’accesso alle grotte è murato da facciate alzate in pietra chiara sulle quali spiccano gli eleganti portoni ad arco. La chiave di volta di uno dei portali porta incisa la data del 1872. Sopra l’arco d’ingresso sono aperte delle finestrelle a sbarre che consentono di illuminare e aerare gli ambienti interni. Sulla sommità delle grotte svettano gli alti camini che avevano lo scopo di disperdere i fumi della lavorazione del latte e della caseificazione.

L’ingresso di una stalla in grotta

(Ho visitato il sito di Sanzanello il 20 aprile 2019)

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