Vallecorsa. Il paesaggio storico degli oliveti terrazzati

Il cartello stradale all’ingresso del paese segnala con un pizzico d’orgoglio municipale che “gli oliveti terrazzati di Vallecorsa” sono un “paesaggio storico rurale d’Italia”. 

Il cartello stradale di Vallecorsa

Anche solo transitandovi in auto si osserva dai finestrini che tutto il territorio comunale è caratterizzato dagli infiniti terrazzamenti per la coltivazione dell’ulivo realizzati con muretti a secco, detti macère. Il Decreto del 2017 che iscrive Vallecorsa nel Registro Nazionale dei Paesaggi Rurali d’interesse storico ne riconosce lo spiccato carattere di eccezionalità. L’intera valle nei monti Ausoni, al confine tra le province di Frosinone e Latina, ha una elevata densità di terrazzamenti che si estendono su entrambi i versanti, anche laddove le pendenze sono estreme. Sono certamente due le caratteristiche più influenti di questo paesaggio: l’abbondanza della pietra e la scarsità di acqua.

Il paesaggio delle macere di Vallecorsa

Le “macère” svolgono molteplici funzioni: sorreggono la terra degli ulivi, dando stabilità e suolo fertile, proteggono i campi dall’erosione e dagli incendi, forniscono acqua tramite la condensa notturna e garantiscono una temperatura costante alle coltivazioni. Terra fertile strappata alla roccia, acqua rubata alle piogge e canalizzata in un sistema diffuso di captazione e raccolta, grazie alla preziosa rete di canali e cisterne.

Gli oliveti terrazzati di Vallecorsa

Il paesaggio della valle

La sezione della valle

Una passeggiata a saliscendi sulla verticale della valle, lungo le sterrate e i sentieri di penetrazione tra le macère, fa individuare con maggiore precisione la sequenza dei paesaggi. La fascia sommitale, compresa tra i 700 e i 1000 metri, è il mondo dei pascoli erbosi e arbustivi. La fascia intermedia, compresa tra i 100 e i 700 metri, è il tipico paesaggio agrario terrazzato a gradini del contado vallecorsano, con la sua trama di pietra lavorata chiara e strato erboso verde, cui si sovrappone il ricamo delle chiome d’olivo. In basso, nella stretta valle più umida, si attesta il paesaggio dei seminativi e delle vigne ‘maritate’ agli olivi.

I terrazzamenti

La struttura delle terrazze di pietra

Erano gli uomini che erigevano i muretti di pietra, ma erano le donne che riempivano le terrazze di terra fertile che caricavano dal fondovalle in panieri portati sulla testa. La memoria di questo sforzo condiviso, partecipato, del lavoro e delle fatiche spese per addomesticare un lembo di terra così ostile, della sfida vinta contro il carsismo e la gravità, è vivida nella popolazione, anche perché l’operazione doveva essere costantemente ripetuta a ogni intervento di manutenzione. 

Una terrazza sul pendio

Gli oliveti terrazzati di Vallecorsa sono ancora in larga parte integri anche se non mancano i segnali dell’abbandono e i cartelli ‘vendesi’. Questa cura degli oliveti che è poco remunerativa e assolutamente insufficiente a giustificare l’ostinata cura di un paesaggio agrario difficile e fragile, fa ammirare la sincera e orgogliosa affezione da parte della popolazione. 

Scalinata di collegamento tra le terrazze

La presenza a Vallecorsa di frantoi oleari e di cooperative di produttori attesta che l’olio dell’oliva ‘carboncella’ è ancora una risorsa economica importante nella valle. 

L’edilizia rurale

Un edificio rurale di servizio

Diffusi sul territorio e integrati con i terrazzamenti sono piccoli e grandi manufatti rurali, anch’essi in pietra locale, chiamati ‘casini’, che presentano tutti gli elementi tipologici dell’architettura rurale. Hanno uno spazio abitativo all’interno e conservano gli attrezzi di lavoro per la cura degli olivi e le reti per la raccolta. 

Vallecorsa

La chiesa matrice di Vallecorsa

Visitare Vallecorsa è un piacere per chi ama i borghi storici. Le strade strette, le case storiche, gli spazi delle piazzette, le chiese, le sedi delle confraternite, costituiscono un insieme pittoresco. Ma richiede buone gambe. Il paese si sviluppa in verticale e i diversi rioni sono collegati da strade ripidissime e da tante scalinate. Diversi luoghi fanno memoria di Maria De Mattias, una santa locale molto venerata che fondò anche un ordine religioso.

Il monumento a Maria De Mattias nella parte alta del paese

Il Parco delle nascite e i Pozzi

Il primo pozzo con le opere di pietra

Scendiamo ora nella valle ai piedi del paese, in località “Le Prata”, per ammirarvi altre opere della pietra. Un recente intervento di restauro e valorizzazione vi ha allestito il Parco delle nascite, dedicato a Fiorella Giuliani e alle mamme che hanno donato la vita per i propri figli. Superato su un ponte di pietra il Fosso del Maltempo e aggirata l’area dei giochi, vi troviamo due grandi pozzi che si riempiono di acqua piovana. 

Il pozzo grande e la cappella di San Gaspare

Sono realizzati in pietra a secco, con camminamenti e scalette che permettono di scendere sul fondo per attingervi acqua. Fanno parte integrante della vita dei Vallecorsani, in un territorio ove la carenza d’acqua è endemica. La sfilata di vasche scavate nella pietra allineate a margine dei pozzi testimonia l’epoca storica del bucato, quando le donne del paese venivano a lavarvi manualmente i panni. Il luogo è sacralizzato dalla presenza di una chiesetta dedicata a San Gaspare del Bufalo.

Le vasche di pietra delle lavandaie di Vallecorsa

(Ho visitato Vallecorsa il 5 luglio 2021)

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