Domodossola – la domus dell’Ossola – è il centro principale della Val d’Ossola in Piemonte. Di origine medievale, grazie alla sua posizione strategica, ha favorito un intenso scambio con i popoli al di là del confine, attraverso importanti valichi alpini come il passo di Antrona, il passo del Monscera e soprattutto il passo del Sempione che la mette in comunicazione con Briga e la Valle del Rodano. Una piccola riserva naturale alle porte della città protegge il colle della Mattarella e il Santuario del Santissimo Crocifisso, ribattezzato monte Calvario. L’idea di edificare su questo colle un complesso monumentale come segno di devozione a Cristo si deve a due frati del convento dei cappuccini di Domodossola. I lavori iniziarono nel 1657 con il contributo in denaro e in giornate lavorative della gente ossolana. Dopo anni di abbandono, nel 1985 prese vita un progetto di restauro e valorizzazione a cura di soggetti pubblici e privati, all’insegna del motto “restituant nepotes montem quem sacrum voluerunt patres” (restaurino i discendenti quel monte che i padri vollero sacro).

Nel 1991 la Regione Piemonte vi ha istituito una Riserva naturale speciale e nel 2003 è giunto il riconoscimento dell’Unesco con l’inserimento nella lista del Patrimonio mondiale dell’umanità. Oltre all’interesse religioso e storico-artistico, la salita al Sacro Monte offre l’occasione per attraversare bellissimi boschi centenari di castagno, quercia e frassino. Da questo avamposto naturale si gode una stupenda veduta su Domodossola e sulla corona dei monti intorno. La breve passeggiata al sacro Monte può essere prolungata con la visita alle frazioni vicine, monumento vivente alla civiltà montanara.
L’itinerario

Si parte dal centro storico di Domodossola, il “borgo della cultura”. Dal collegio Mellerio Rosmini, di fronte al monumento ai caduti e alla chiesetta della Madonna della Neve, si seguono la Via Rosmini e la successiva Via Matterella. In fondo a quest’ultima ci sono le prime cappelle e i pannelli informativi sul Sacro Monte e sulla Riserva naturale. Qui inizia l’antica strada acciottolata, la “via regia” per il Calvario. Si tratta di una Via Crucis con quindici stazioni in altrettante cappelle, di cui dodici esterne e tre interne alla chiesa. La prima cappella – Gesù davanti a Pilato – risale al 1900 e sostituisce la cappella settecentesca adibita a deposito di polvere da sparo ed esplosa nel 1830. La seconda cappella – Gesù prende su di sé la croce e si avvia alla salita – è interessante dal punto di vista artistico per le tredici statue di Dionigi Bussola. La terza cappella – Gesù cade per la prima volta – è stata l’ultima a essere costruita, nel 1907, e contiene un notevole scenario in muratura. La quarta cappella è di notevole pregio artistico, con il gruppo plastico di Bussola che rappresenta l’incontro di Gesù con la madre. La quinta cappella, in stile neoclassico, con pianta circolare e tetto a cupola, contiene statue lignee e affreschi con l’episodio del Cireneo. La sesta cappella rappresenta con statue lignee la scena dell’incontro di Gesù con la Veronica.

La seconda caduta di Gesù e il suo incontro con le donne di Gerusalemme sono gli episodi delle cappelle settima e ottava, rappresentati nel gusto popolare barocco del Seicento. Le statue della cappella nona – la terza caduta di Gesù – sono opera del barnabita Rusnati, allievo del Bussola. Il Rusnati ha lavorato anche nella decima cappella, che rappresenta la spogliazione del Cristo.

Grandiosi fondali della metà del Settecento si trovano anche nella cappella undicesima (la Crocifissione). Le statue del Cristo spirante in croce e della sua deposizione (stazioni dodicesima e tredicesima) si trovano all’interno del Santuario: sono opera del Bussola e sono giudicate le migliori di quelle da lui eseguite. La quattordicesima cappella si trova sotto il piano del Santuario ed è dedicata al Cristo morto. Vi è anche una quindicesima cappella, detta del Paradiso, situata fuori del santuario, poco più in alto: nove statue in cotto del Rusnati rappresentano la scena della Resurrezione.

Per approfondire
La visita può essere preparata sul web consultando il sito curato dai Padri Rosminiani dell’Istituto della Carità che contiene un’eccellente descrizione della Via Crucis.

Un inquadramento generale dei Sacri Monti e dei luoghi santi ricostruiti nelle regioni italiane è fornito dal volumetto dello storico Franco Cardini intitolato Andare per le Gerusalemme d’Italia. La Riserva naturale speciale, creata dalla Regione Piemonte, dispone di un proprio sito informativo. Anche il centro di documentazione europea sui Sacri Monti dispone di un buon sito informativo attraverso il quale si possono consultare e scaricare integralmente i libri e la rivista. Si segnala anche la rete dei percorsi transalpini italo-svizzeri del progetto CoEur – “Nel cuore dei Cammini d’Europa, il sentiero che unisce”.

(Ho visitato il Sacro Monte il 5 novembre 2007)