Ocriculum. Il parco archeologico tra l’antica Via Flaminia e il Tevere

La Ocriculum romana, impiantata sulla riva sinistra del Tevere, era un importante nodo di scambio tra l’Umbria e la Sabina. Le merci dirette a Roma salpavano con le chiatte dal suo porto fluviale e prendevano la via del fiume. Altre merci proseguivano invece con i carri sul basolato dell’antica Via Flaminia. I prodotti locali erano l’olio, molto rinomato, e gli oggetti dell’industria figulina (le tazze di ceramica, le coppe di Popilio, le tegole). Un pensor lignarius, di cui è rimasta traccia, aveva il compito di pesare i carichi di legname che le chiatte fluviali avrebbero trasportato nella capitale. La cittadina era cresciuta intorno al porto e aveva raggiunto dimensioni di tutto rispetto. Possedeva l’anfiteatro, un tempio eretto su un’ampia terrazza artificiale, un grande teatro, le terme, un ninfeo e monumentali sepolcri eretti lungo la Flaminia dalle famiglie dei maggiorenti locali come gli Arnensis. Con l’arrivo della fede cristiana, sorsero le prime chiese e vi furono i primi martiri (Vittore, Fulgenzio, Medico). I monaci benedettini vi costruirono il loro monastero affiancato alla chiesa abbaziale con le reliquie dei santi martiri.

Ulisse e le Sirene (mosaico proveniente dalle terme di Ocriculum)

Tuttavia il Tevere si rivelò un amico infido per la città. Una rovinosa piena del fiume provocò un’alluvione che spazzò via tutto e sigillò la memoria urbana sotto un manto di fango. L’alveo del fiume mutò direzione. La Via Flaminia fu riposizionata più in alto. Gli abitanti ricostruirono le loro case sul colle vicino, dando vita all’attuale Otricoli, il primo paese che accoglie in Umbria chi proviene da Roma. Gli archeologi dello Stato Pontificio iniziarono nel Settecento la riscoperta di Ocriculum. Gli scavi e le scoperte di tesori (statue e mosaici) hanno progressivamente fatto crescere l’interesse e le attenzioni istituzionali per l’antica città. Si è così arrivati alla sistemazione del Parco archeologico grazie al progetto integrato di valorizzazione dell’antica Via Flaminia finanziato dalla società Arcus (oggi Ales). L’ingresso al Parco è in corrispondenza del km 69 della Via Flaminia (parcheggio, punto di ristoro e d’informazione, parco giochi). È possibile limitarsi a brevi passeggiate con visita ai principali monumenti romani ma per godere appieno della piacevolezza dell’ambiente è consigliabile impegnarsi nei percorsi più lunghi che includono le chiesette medievali, la visita dell’antiquarium, il percorso sulle rive del Tevere e la traversata dei campi.

La Via Flaminia romana

La Via Flaminia entrava in Umbria dopo aver attraversato il Tevere alle Pile di Augusto entrava a Ocriculum seguendo un tracciato ancora riconoscibile per la presenza di grandi querce e di tombe gentilizie. Il breve tratto rimesso in luce è formato da basoli di leucite provenienti da cave vicine, talvolta restaurati e reintegrati, con i solchi dei carri ancora visibili.

Le rovine dell’anfiteatro

L’anfiteatro, lungo centoventi metri, è uno dei monumenti più imponenti di Ocriculum. È in parte costruito e in parte addossato alla collina. Ne restano tratti delle gallerie, i due ingressi principali e un podio.

La sala ottagonale delle Terme

Delle terme urbane rimangono visibili la sala ottagonale e la vicina sala rotonda. Qui furono rinvenuti eccellenti mosaici che gli archeologi papalini trasferirono nei Musei vaticani, dove oggi sono visibili nella Sala Rotonda.

Le sostruzioni

Le sostruzioni, monumento caratteristico del paesaggio urbano di Ocriculum, avevano lo scopo di contenere il terreno e predisporre una terrazza rialzata dove edificare un grande edificio pubblico. Sono costituite da dodici ambienti a volta disposti su due piani.

Il teatro

Il teatro è stato ricavato su un terreno in pendio. Restano visibili la spianata artificiale della scena e la gradinata, divisa orizzontalmente in tre parti, sormontata da due ambulacri e collegata alla galleria tramite alcune aperture.

La chiesa di San Fulgenzio

Salendo verso la Flaminia e il paese moderno si arriva alla chiesetta di San Fulgenzio (o della Madonna del buon consiglio). Ha pianta rettangolare e una scalinata d’accesso realizzata con materiale di spoglio. Di fronte alla chiesa, la casa colonica del podere Cisterna è stata ristrutturata per accogliervi l’Antiquarium, il centro di documentazione, la mostra archeologica dei materiali ritrovati e i laboratori didattici.

La chiesa di San Vittore

Scendendo ora verso il fiume si sosta davanti alla chiesetta di San Vittore, rifacimento settecentesco dell’antica chiesa abbaziale del monastero benedettino. Nella facciata della chiesa sono inserite alcune pietre romane incise che riportano il nome della famiglia Arnensis. I resti del monastero, con una lunetta dipinta, affiancano la chiesa ma sono inaccessibili e pericolosi per i crolli.

La banchina sul Tevere

Si imbocca ora il sentiero rivierasco del Tevere, dov’era situato l’antico Porto dell’Olio per il carico e lo scarico dei prodotti diretti a Roma. La passeggiata sul lungotevere è molto piacevole, inframezzata da banchine, punti di sosta e fontanili.

La carta dei percorsi nell’area archeologica

Si può risalire ora alla trafficata Via Flaminia, seguirla per un breve tratto e imboccare immediatamente una strada tra i campi che costeggia un camping, riporta alla zona archeologica e di qui al parcheggio. Il percorso lungo può essere effettuato in circa tre ore.

L’arco di accesso al centro storico di Otricoli

La visita al Parco archeologico si completa con la passeggiata nel centro urbano di Otricoli. Dal corso a portici si sale all’arco di accesso al Castello e al Palazzo Priorale. Qui hanno sede gli uffici del Comune e il Museo Antiquarium comunale. Lungo le strette vie della parte alta si raggiunge l’interessante chiesa collegiata di Santa Maria Assunta.

Bifora con rilievo di marmo

(Visita effettuata il 20 febbraio 2019)

Un pensiero su “Ocriculum. Il parco archeologico tra l’antica Via Flaminia e il Tevere

  1. Buon servizio. Conosco posto. Molto interessante. Più di quanto riportato. Insomma bisogna andare di persona più volte. Per avere la sensazione di cosa poteva essere. Buon lavoro.

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