La via Valeria romana nella valle dell’Aniene

Due brevi e originali passeggiate ci riportano sulla storica via Valeria romana. Siamo nella valle dell’Aniene, tra Roviano e Riofreddo, dove il nuovo tracciato della via Tiburtina Valeria (strada statale 5) segue un percorso diverso da quelli antichi, che han potuto così conservarsi integri. Il meritorio lavoro degli archeologi è valso a riscoprirli e a renderceli fruibili. Molto utile, nel nostro caso, è la lettura di un contributo di Zaccaria Mari.

La via Valeria a Riofreddo

La Valeria è il prolungamento della via Tiburtina, che da Roma conduceva a Tibur, l’attuale Tivoli. Fu costruita probabilmente nel 307 avanti Cristo, all’epoca della conquista del territorio degli Equi, dal censore M. Valerius Maximus. La strada ricoprì un più antico tratturo pastorale, percorso dalle greggi che effettuavano la transumanza tra i pascoli appenninici e la Campagna romana. Dopo Tibur, la strada raggiungeva il piccolo centro di Varia (oggi Vicovaro), la statio ad Lamnas (al bivio di Cineto Romano) e Carsioli. Fra queste due ultime località superava un salto di quota di quasi 300 metri con due tracciati, convenzionalmente definiti Valeria vetus e Valeria nova, che si ricongiungevano presso Riofreddo. Il primo, ritenuto più antico in quanto aperto per le operazioni belliche, decadde presto al rango di scorciatoia, il secondo invece divenne e rimase nei secoli la via principale

Il doppio percorso dell’antica Via Valeria

La Valeria Nova e i ponti Scutonico e San Giorgio

La nostra prima passeggiata può partire al km 57,700 della via Tiburtina Valeria, subito dopo aver lasciato sulla destra (per chi proviene da Roma) il bivio per Subiaco e la via Sublacense. Cinque torri metalliche rivestite di legno introducono il “Percorso archeologico-naturalistico” della via Valeria, illustrato da numerosi pannelli didattici. Un percorso guidato attraverso i campi muove verso il pendio boscoso e rivela il ponte Scutonico. Nei pressi è allestita un’area picnic.

Il ponte Scutonico

Scavato nel 2000-2012 e attrezzato per la visita nel 2013-2014, si compone di un’unica grande arcata a tutto sesto in blocchi di calcare, inclusa fra due lunghe spalle in muratura che lo fanno assomigliare a un moderno viadotto. Sopra l’arcata si conserva il massiccio lastricato a blocchi poligonali; ai lati invece la strada prosegue pavimentata con ghiaie (glareata).

Il ponte lastricato con basoli di calcare

Il ponte che consentiva alla strada di superare il fosso risale al 97 d.C. quando l’imperatore Nerva effettuò, come per altre viae publicae nei dintorni di Roma, una generale opera di restauro della strada, ormai divenuta fondamentale arteria di collegamento fra il Lazio e il Sannio. Il restauro di età imperiale è documentato da pietre miliari, alcune delle quali rinvenute presso Roviano e Arsoli.

Il percorso archeologico naturalistico

Il recente intervento di valorizzazione ha riguardato anche un chilometro della strada antica. Un breve braccio prolunga il ponte sulla destra. Un tratto in salita del percorso naturalistico introduce un anello nel bosco. A sinistra il percorso restaurato della strada romana si prolunga fino a ricollegarsi alla Via Tiburtina al km 56,800. Durante la breve passeggiata si traversano a saliscendi tratti di bosco, recinzioni di campi, radure aperte e s’incrociano tratti cementati di strade rurali.

Il tratto attrezzato

A questa escursione è possibile aggiungere due interessanti appendici. In auto si può salire al castello Brancaccio di Roviano che ospita il Museo della civiltà contadina della valle dell’Aniene.

La segnaletica per il ponte romano di Riofreddo

Sempre in auto si può raggiungere nelle vicinanze un secondo ponte romano, anch’esso risalente alle ristrutturazioni della via Valeria promosse dall’imperatore Nerva. Si trova nei dintorni di Riofreddo ed è anche noto come ponte di San Giorgio dal nome del vicino convento medievale oggi distrutto. Per vederlo occorre proseguire sulla Via Tiburtina fino al km 63,200, e qui imboccare sulla sinistra il bivio per Riofreddo. Percorsi pochi metri si parcheggia all’inizio di una strada in discesa, chiusa da una sbarra.

Il ponte romano di San Giorgio

Seguendo la segnaletica si arriva rapidamente al ponte che si compone di un’unica arcata a tutto sesto realizzata con conci calcarei (pietre squadrate da costruzione) su bassi piedritti (elementi verticali portanti) anch’essi in blocchi squadrati (opus quadratum). La rigogliosa vegetazione del fosso Bagnatore ha ripreso tuttavia possesso dell’arcata rendendola praticamente invisibile.

L’arcata del ponte romano invaso dalla vegetazione

L’aspetto più impressionante di questo luogo è vedere correre vicinissime tra loro una serie di vie di comunicazione succedutesi nei millenni. Il vicino fontanile sul percorso del Sentiero Coleman e della Via dei Lupi, forse erede del tratturo, attesta lo storico passaggio stagionale delle greggi e delle mandrie. Al tratturo si affianca un fascio di strade che comprende l’autostrada Roma-L’Aquila, l’antica via Valeria, la linea ferroviaria Roma-Pescara e l’attuale statale Tiburtina Valeria.

L’antico fontanile sul tratturo

La Valeria vetus a Riofreddo

La seconda passeggiata sulla via Valeria muove da Riofreddo. Si tratta della via Valeria “vetus” (vecchia) che dal bivio di Cineto Romano sulla Tiburtina (ad lamnas, o Ferrata) saliva tra i monti, valicava la sella dl monte Sant’Elia e penetrava nel territorio di Riofreddo; passava presso l’eremo di Santa Maria, entrava nel borgo del paese dalla porta di Santa Caterina, ne usciva passando accanto all’ospedale dell’Annunziata. Di qui proseguiva verso il quadrivio vicino San Giorgio, dove ritrovava la Valeria Nova.

La fonte Limosa

Dal centro del borgo vecchio di Riofreddo seguiamo la via Valeria, lastricata a sanpietrini, in direzione sud. Varcato l’arco di Santa Caterina, la strada lascia le ultime case, fiancheggiata dal ville e parchi nel verde, supera un dosso e raggiunge la fonte Limosa. Questa sorgente di acqua salutare è stata da sempre punto di sosta per viandanti, pellegrini, commercianti, truppe, religiosi e pastori in transito da e per Roma. E anche oggi alcune panchine all’ombra invitano alla sosta. Una targa in pietra locale celebra la qualità curativa dell’acqua con la scritta “mille malis prodest ista salubri aqua”.

Fontanile sulla via Valeria

La Valeria prosegue il suo percorso lineare, lascia l’asfalto all’incrocio con via delle Pantane e diventa sterrata. Un fontanile sulla sinistra annuncia i successivi allevamenti di bestiame e testimonia l’antico ruolo di tratturo di transito del bestiame. Più avanti la strada costeggia l’area attrezzata “Pratarea”, in disuso, destinata al campeggio e alla sosta con camper e caravan.

La chiesa di Santa Maria dei Fiorentini

Si giunge a un incrocio di sentieri, segnato da un fontanile moderno. La sterrata di destra raggiunge un agriturismo e riporta in paese. Le altre diramazioni conducono agli allevamenti della zona.  Al centro, individuata da un boschetto su cui svetta un cipresso, a 742 metri di quota, sorge la chiesa di Santa Maria dei Fiorentini. Preceduta da un’edicola affrescata con una crocefissione, questa cappella tratturale affianca al luogo di culto alcuni locali di servizio e un rifugio spartano a disposizione dei viandanti.

La via Valeria al valico del monte Sant’Elia

La chiesa presidia il valico compreso tra il monte Sant’Elia e la Serra Campanaro. Al di là, disturbata dalla vegetazione, la via Valeria Vetus inizia la discesa che la porta a ritrovare la Nova al bivio di Cineto. Spostandosi sulla sinistra il percorso raggiunge invece Roviano. Limitando la passeggiata alla chiesa di Santa Maria, distante 1,5 km dal centro di Riofreddo, avremo impiegato circa un’ora tra andata e ritorno.

Tradizionali talismani portafortuna nelle vie del borgo

(Ho effettuato l’escursione sulla via Valeria il 13 luglio 2019)

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