Roma. Le catacombe di Domitilla

La catacomba di Domitilla
La catacomba di Domitilla

Le Catacombe sono certamente una delle maggiori attrazioni turistiche proposte ai visitatori di Roma (ma anche a Napoli o a Siracusa). Esse hanno tuttavia la capacità innata di non ridursi a fredde testimonianze archeologiche o a monumenti di un passato lontano. Sono città di morti capaci ancora di trasmettere messaggi e dialogare con la città dei vivi. Chi visita la catacomba di Domitilla ne resta persuaso. Vi è un continuo flusso di gruppi che scendono e riemergono dal profondo. La visita è accompagnata dal fruscio sonoro delle spiegazioni nelle diverse lingue. Le guide linguistiche affollano l’atrio di accesso, coordinate dai padri missionari Verbiti, custodi della catacomba. Ma come non restare colpiti dalle celebrazioni liturgiche, anche ecumeniche, che si svolgono continuamente in basilica. Come non apprezzare i gruppi di giovani o i drappelli di preti o di religiosi che scelgono la catacomba per riflettere, meditare, prendere impegni. Cinquant’anni fa, il 16 novembre 1965, in questa catacomba dedicata a Domitilla, un folto gruppo di vescovi che partecipava al Concilio ecumenico vaticano II sottoscrisse un testo, conosciuto come “Patto delle catacombe”. Alla luce fioca della sera, i 42 padri conciliari (diventati poi nel tempo 500 vescovi) s’impegnarono a vivere radicalmente il Vangelo e a tradurre nella vita di tutti i giorni 12 impegni per una chiesa povera e a servizio dei poveri. Cinquant’anni dopo, il 16 novembre 2015, ancora una volta in una catacomba, quella di San Gennaro a Napoli, un gruppo di preti “di strada” ha sottoscritto un nuovo patto per una Chiesa povera, libera dal potere politico e temporale e quindi in grado di assolvere meglio alla sua funzione di coscienza critica e di aprirsi con coraggio alle sfide della giustizia e della pace, della fame e dello sviluppo economico.

Nereo e Achilleo

Il martirio di Achilleo
Il martirio di Achilleo

Le Catacombe di Domitilla sono tra le più vaste di Roma, includono una basilica semi-ipogea e 17 km di gallerie e corridoi distribuiti su quattro differenti livelli, per un totale di 150 mila sepolture. Si estendono lungo l’antica via Ardeatina, sul luogo delle proprietà della nobile Flavia Domitilla, nipote di Flavio Clemente, console del 95, che aveva sposato una nipote dell’imperatore Domiziano (81-96), di nome pure Flavia Domitilla. Questa parte della gens Flavia avrebbe avuto simpatie cristiane, perché sappiamo dagli storici del tempo che Domiziano fece condannare a morte per motivi religiosi Flavio Clemente e all’esilio nelle isole pontine, sua moglie e sua nipote. Prima dell’esilio, la nipote del console mise a disposizione della comunità cristiana i suoi possedimenti sull’Ardeatina, ove poi sarebbe sorto il più vasto cimitero sotterraneo cristiano di Roma. 
I martiri più importanti del cimitero sono Nereo e Achilleo, due soldati vittime probabilmente della persecuzione di Diocleziano nel 304 dopo Cristo. Erano sepolti nella basilica, maestosa aula absidata del tempo di papa Siricio, preceduta da un nartece e suddivisa in tre navate da colonne con capitelli di recupero. Sulla parete di fondo un’iscrizione marmorea di papa Damaso riporta la storia dei due martiri: “Erano soldati, incaricati, presso il tribunale di un tiranno, di un crudele mestiere: torturare e uccidere. Ma un giorno ecco l’incredibile trasformazione; improvvisamente placati, gettano le armi, fuggono dal campo e affrontano con gioia il supplizio per Cristo. Tanto può la gloria di Lui!”. La scultura su una colonna del ciborio racconta il martirio: il carnefice in abito militare e con copricapo cilindrico, trattiene Achilleo con la destra e con la sinistra solleva la spada per decapitarlo; sullo sfondo domina la croce sormontata da una corona trionfale.

La cripta di Veneranda

Veneranda e Petronilla
Veneranda e Petronilla

Dietro l’abside della basilica si trova il cubicolo con il sepolcro di Veneranda. La donna è rappresentata in atteggiamento orante, vestita di ampia dalmatica e con un velo sul capo. Alla sua sinistra un cespo di fiori rossi allude al giardino paradisiaco, nel quale la defunta viene introdotta da Petronilla, una giovane donna martire. Petronilla indica con la mano sinistra uno scrigno aperto ricolmo di volumi; in alto un libro aperto simboleggia il Vangelo, fedelmente osservato dalla defunta per meritare il premio eterno.

L’arcosolio degli apostoli piccoli

San Paolo apostolo
San Paolo apostolo

Sulla volta di un arcosolio sono rappresentati i dodici apostoli seduti intorno al Cristo. Il centro della lunetta è occupato da una figura femminile orante, ora quasi scomparsa, sormontata da un monogramma costantiniano. Ai suoi lati sono rappresentati gli apostoli Pietro e Paolo, intercessori del destino paradisiaco della defunta.

L’ipogeo dei Flavi

Amore e Psiche
Amore e Psiche

Un altro nucleo molto antico è l’ipogeo dei Flavi, che ha origine alla fine del secondo secolo come ipogeo privato pagano per poi accogliere, durante il terzo secolo, sepolture cristiane decorate con scene tratte dalle Sacre Scritture.

(La visita è stata effettuata il 23 febbraio 2016)

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