Tuscia. Il tesoro di Musarna

Il tesoro di Musarna
Il tesoro di Musarna

Chi non ha mai sognato di scoprire un tesoro? L’immaginario popolare è affollato di forzieri pieni di lingotti, di scrigni di monete d’oro, di isole segrete, di mappe vergate su pergamene, di cunicoli nascosti, di cantine e soffitte buie. La caccia al tesoro è uno dei giochi collettivi più divertenti e coinvolgenti. Pensate allora all’emozione di quegli archeologi che in un saggio di scavo del 1987 a Musarna scoprirono casualmente un vaso di terracotta traboccante di monete d’argento. Nell’antichità era uso comune – per l’assenza di casseforti – nascondere il proprio denaro sotto il pavimento di casa. L’ambiente scavato a Musarna era una bottega del mercato. Il ricco commerciante della Tuscia non riuscì a godersi i suoi guadagni e il nascondiglio che aveva scelto celò il suo tesoro di 994 denari per oltre venti secoli.

Il sito di Musarna nella campagna viterbese
Il sito di Musarna nella campagna viterbese

Musarna? Siamo d’accordo, non è certo il sito etrusco più conosciuto. E la romana Civitas Musarna è ancor meno nota. Ottime ragioni per avviare uno scouting geografico e archeologico sicuramente originale. La prima notizia è positiva: se chiedete lumi su Musarna a Google Maps, la sua localizzazione è immediata e precisa. Anche il web propone racconti di escursioni, per la verità un po’ scoraggianti, a causa dell’asserita incuria del sito, del suo degrado e anche pericolosità del posto. Meglio allora preparare la visita sui testi degli archeologi dell’École Française de Rome, che hanno realizzato scavi sistematici a Musarna in collaborazione con la Soprintendenza archeologica dell’Etruria meridionale. Il risultato è che la nostra visita ha necessariamente due poli di riferimento: il sito all’aperto di Macchia del Conte e la sala dedicata a Musarna nel Museo nazionale etrusco della Rocca Albornoz a Viterbo.

Il pianoro di Musarna
Il pianoro di Musarna

Musarna si raggiunge da Viterbo, percorrendo per circa otto km la Via Tuscanese e deviando a sinistra per 2,5 km lungo la sterrata (e polverosa) Via Macchia del Conte. Il sito open air non ha molto da mostrare. Le aree scavate sono state ricoperte per esigenze di conservazione. Restano però visibili due o tre cose importanti. Il pianoro, innanzitutto. Un piccolo altopiano solitario, allungato tra il torrente Leia e il fossato difensivo etrusco, sopraelevato sul paesaggio agrario circostante, circondato da fitta vegetazione e punteggiato da alberi maestosi.

I bagni pubblici
I bagni pubblici

Una tettoia protegge l’area termale di età ellenistica, ancora pavimentata, utilizzata come servizio pubblico dagli abitanti delle vicine domus.

La cava di tufo a servizio della domus
La cava di tufo a servizio della domus

Di una di queste domus si osservano le fondamenta, anch’esse protette da una tettoia. Percorrendo il margine del pianoro tufaceo si osservano i resti delle due porte di accesso a nord e a sud, la via cava, le opere idrauliche per il drenaggio delle acque, il muraglione alzato sul fossato difensivo.

Il dromos della tomba Alethna
Il dromos della tomba Alethna

A oriente del pianoro sono disposte le necropoli. Impressiona particolarmente la grande tomba della famiglia Alethna. L’ingresso è recintato ma accessibile. Una trincea nel tufo funge da corridoio di accesso (dromos) e scende sul fondo.

L'interno della tomba
L’interno della tomba

Si entra in un’ampia stanza sorretta da due colonne di tufo dove sono visibili un sarcofago aperto e la base rettangolare di un sarcofago rimosso. Per esplorare gli altri ambienti occorre avere spirito di avventura e dotarsi di fonti di luce adeguate.

La pianta del sito di Musarna
La pianta del sito di Musarna

Ci trasferiamo ora al Museo nazionale etrusco di Viterbo, ospitato nella Rocca degli Albornoz. Una grande sala al primo piano accoglie le testimonianze scaturite dagli scavi della École Française di Roma sul sito di Musarna. Gli scavi sistematici hanno permesso di delineare in tutti i suoi aspetti la fisionomia di questo centro dell’Etruria interna frequentato sin dalla preistoria, ma con una occupazione stabile solo a partire dal quarto secolo avanti Crito. I pannelli descrittivi, arricchiti dalla documentazione fotografica, spiegano l’urbanistica di Musarna, i luoghi della vita pubblica, la vita domestica, la gestione idrica, fino alle modalità di sepoltura dei morti.

Il mosaico pavimentale
Il mosaico pavimentale

Particolare attenzione merita – per l’eccezionalità del rinvenimento – un mosaico pavimentale con l’iscrizione etrusca dei nomi dei due committenti. Il mosaico era nel calidarium dei bagni ellenistici di Musarna e attesta la volontà dei ceti dirigenti etruschi di mantenere la loro cultura identitaria pur accettando le innovazioni diffuse nel mondo romano.

Capitello della cappella medievale di Cordigliano
Capitello della cappella medievale di Cordigliano

Musarna cessò di vivere nel settimo secolo. Era troppo marginale e lontana dalle vie di comunicazione (la Cassia e la Clodia). I suoi abitanti l’abbandonarono, attratti dai nuovi centri emergenti di Viterbo e Tuscania. Anche i villaggi che sorsero nel medioevo – un esempio è quello della vicina Cordigliano – ebbero vita grama e breve.

La fattoria di Macchia del Conte
La fattoria di Macchia del Conte

Dopo un millennio di abbandono, nel 1928 sorge la grande fattoria rurale di Macchia del Conte che inaugura con tecnologie avanzate una nuova agricoltura, basata su grandi estensioni di terra e sullo sfruttamento intensivo delle risorse agricole e zootecniche. E arriveranno anche gli archeologi…

Sul pianoro di Musarna
Sul pianoro di Musarna

Visita la sezione del sito dedicata alle passeggiate nei siti della civiltà rupestre: www.camminarenellastoria.it/index/ITALIA_RUPESTRE.html

(L’escursione a Musarna è stata effettuata il 26 maggio 2016)

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